Questi luoghi suggestivi, nei quali il tempo sembra essersi fermato, vantano una ricca tradizione di storie e leggende, alcune delle quali sono giunte sino a noi.

Il Mulino di Arlaz

Vuole la leggenda che il mulino fosse un luogo stregato abitato da un uomo solitario, trovato morto in strane circostanze. Ancora oggi, nelle notti più buie, si può intravedere una tremula luce dietro le finestre: è l’anima del mugnaio che si aggira inquieta fra quelle mura.

Il tesoro del Pison - Victor e Tusille

Presso il Colle d'Arlaz, dove il Torrente Pison scorre tra i boschi prima di incanalarsi nel Ru, si cela un tesoro protetto da un pesante masso ed un vitello nero dagli occhi di brace. Soltanto nella notte di Natale, quando l'acqua è gelata e l’animale viene rapito dal suono a festa delle campane, è possibile portare via il forziere. Victor, innamorato della bella Tusille, tentò l’impresa disperata, rimanendo però intrappolato all’interno della caverna. La sua amata, che lo aspettava all’esterno, morì per il forte freddo. Nelle notti di bufera, quando il vento soffia sopra il colle, si ode ancora la voce del giovane che piange il suo amore perduto.

Le Fiour du Lou

(Acer pseudoplatanus L., latifoglia nobile dei nostri boschi, di grandi dimensioni, longevo, alto fino a 30 m, di fusto cilindrico. La chioma dell’albero giovane ha forma piramidale mentre quella della pianta matura è a forma di ventaglio o arrotondata, strutturata su pochi grossi rami ascendenti. Le foglie, ricche di proteine, sono un ottimo foraggio per gli animali e nutrono il terreno sottostante. I fiori si sviluppano verso aprile, dopo l'apertura delle foglie, e sono riuniti in grappoli penduli lunghi circa 15 centimetri.